Riconquistate la Vostra Forza
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Dolore localizzato alla regione lombare, comunemente chiamato “mal di schiena”.
Cos’è
Dolore localizzato alla regione lombare, comunemente chiamato “mal di schiena”. Le cause sono diverse e numerose, hanno solitamente come bersaglio la colonna vertebrale e sono accomunate dal fatto di provocare affaticamento muscolare (anomalie di postura, attività lavorativa, sport, malformazioni) o direttamente dolore, di fronte al quale la muscolatura lombare risponde con una costante contrattura antalgica (in caso di ernia del disco, artrosi, stati infiammatori, fratture o microfratture in corso di osteoporosi o neoplasie, ecc.). La lombalgia colpisce soprattutto l’età adulta, il sesso femminile e quelle categorie professionali che espongono a maggiore usura le articolazioni di questa regione della colonna. Si può avere una forma acuta (spesso coinvolgente anche strutture nervose, come la lombosciatalgia e la lombocruralgia), in cui il dolore, di solito intenso, è tale da impedire anche piccoli movimenti e compare improvvisamente, spesso dopo un movimento brusco e anomalo della colonna, ma a volte anche dopo uno sforzo banale. Queste forme si risolvono, generalmente, in pochi giorni, con il riposo, con farmaci antinfiammatori e miorilassanti, con poche sedute di fisioterapia. Le forme croniche, con dolore che dura per più di 3 mesi, sono più frequenti e spesso esasperanti per il loro protrarsi nel tempo con grave limitazione dell’attività del paziente; possono essere dovute a eccessivo peso corporeo, a scoliosi della colonna, ad artrosi, a reumatismi, a tumori benigni e maligni, alla progressione di una protrusione discale, ecc. Di fronte a un dolore lombare occorre tenere presente, in diagnosi differenziale, anche problemi renali (coliche renali), ginecologici e di pertinenza aortica (aneurisma).
Trattamenti indicati
Massoterapia, Tecarterapia, Ultrasuoni, TENS, Magnetoterapia, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Ozonoterapia, Osteopatia, Ginnastica medica, Terapia farmacologica.
Allungamento improvviso ed eccessivo di un muscolo, con lesione di un piccolo numero di fibre muscolari (stiramento) oppure rottura parziale o completa del muscolo (strappo).
Cos’è
Allungamento improvviso ed eccessivo di un muscolo, con lesione di un piccolo numero di fibre muscolari (stiramento) oppure rottura parziale o completa del muscolo (strappo). E’ dovuto a un trauma provocato da uno sforzo eccessivo o da un movimento brusco. Dà luogo a intenso dolore localizzato, ematoma, impotenza funzionale. Per la sua tendenza a recidivare può costringere lo sportivo ad abbandonare lo sport attivo, per cui è importante e talora indispensabile un trattamento adeguato.
Trattamenti indicati
Ginnastica Medica (Stretching), Massoterapia,
Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Ultrasuoni, TENS, Elettrostimolazione, Laserterapia, Mesoterapia, Ozonoterapia, Onde d’urto, Rieducazione Propriocettiva.
Dolore cervicale irradiato lungo l’arto superioree.
Cos’è
Dolore cervicale irradiato lungo l’arto superiore (spalla, braccio, avambraccio, mano), dovuto a ernia discale cervicale o infiammazioni dei nervi del plesso brachiale di varia origine: tossica, dismetabolica, infettiva, altro.
Trattamenti indicati
Terapia farmacologica, Tecarterapia, TENS, Agopuntura, Ozonoterapia (in caso di ernia del disco cervicale).
La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo-tendineo costituito dall’insieme di quattro muscoli e dai rispettivi tendini
Cos’è
La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo-tendineo costituito dall’insieme di quattro muscoli e dai rispettivi tendini: sovraspinato, sottoscapolare, sottospinato e piccolo rotondo. Questi muscoli con la loro contrazione tonica stabilizzano la spalla impedendone la lussazione (fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea). I tendini piuttosto vasti (circa cinque centimetri) proteggono l’intera articolazione formando una vera e propria cuffia che avvolge la parte superiore dell’omero. Tra i quattro muscoli che compongono la cuffia dei rotatori, il sovraspinato è quello che si lesiona più frequentemente. In realtà quando si parla di rottura della cuffia dei rotatori non si fa riferimento a lesioni di natura muscolare ma tendinea. Il tipo di ferita può variare da un’infiammazione tendinea locale, senza alcun danno permanente, a una lesione parziale o completa che potrebbe richiedere l’intervento di riparazione chirurgica. In entrambi i casi si registrerà un deficit più o meno marcato nella forza di abduzione del braccio. In particolare il soggetto faticherà a mantenere il braccio sollevato lateralmente tra i 60° ed i 120°.
Trattamenti indicati
Intervento chirurgico, Rieducazione funzionale, Ginnastica Medica, Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Terapia infiltrativa.
La sindrome da conflitto è una patologia frequente a carico della spalla, dovuta all’attrito della cuffia dei rotatori e della borsa sotto-acromiale contro il tetto coraco-acromiale.
Cos’è
La sindrome da conflitto è una patologia frequente a carico della spalla, dovuta all’attrito della cuffia dei rotatori e della borsa sotto-acromiale contro il tetto coraco-acromiale. Diverse le cause: artrosi dell’articolazione acromio-claveare, calcificazione del legamento coraco-acromiale, anomalie strutturali dell’acromion e disequilibrio muscolare. I sintomi tipici sono dolore sulla faccia anteriore o laterale della spalla che si acuisce nel sollevamento del braccio, deficit del movimento articolare e della forza muscolare.
Sono a rischio di questa patologia le persone di età generalmente superiore a 50 anni, soprattutto maschi, dediti ad attività lavorative o sportive che richiedano il sollevamento frequente del braccio (imbianchini, meccanici, carpentieri) o l’esecuzione di un lancio: giavellotto, tennis, getto del peso.
Trattamenti indicati
Rieducazione funzionale (prevenire l’atrofia muscolare, ripristinare e mantenere la mobilità articolare e raggiungere la completa funzionalità), Ultrasuoni, TENS, Elettrostimolazione, Crioterapia, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Terapia infiltrativa.
In passato si parlava di “Periartrite calcifica” o di “Morbo di Duplay”; entrambi i termini sono ormai superati.
Cos’è
In passato si parlava di “Periartrite calcifica” o di “Morbo di Duplay”; entrambi i termini sono ormai superati.
Le calcificazioni di spalla sono abbastanza frequenti. Si stima che siano presenti con maggiore frequenza nei pazienti con rottura della cuffia dei rotatori, in coloro che hanno un acromion di forma uncinata, nei soggetti affetti da spalla congelata e più genericamente in coloro che hanno dolore alla spalla. La diagnosi è radiografica e di solito è sufficiente ad evidenziare una calcificazione. La tendinite calcifica é una malattia evolutiva che si instaura nel momento in cui si formano i primi depositi di sali di calcio all’interno del tendine. Successivamente la malattia va incontro ad una fase di maturazione in cui la calcificazione di ingrandisce. E’ in questa fase che vi può essere l’insorgenza di una notevole dolorabilità locale presente soprattutto di notte tale da dare origine al cosiddetto quadro della spalla congelata. In queste condizioni il paziente si trova in estremo disagio, ha dolore acuto, e non riesce minimamente a muovere la spalla.
Trattamenti indicati
Rieducazione funzionale, Onde d’urto, Ultrasuoni, Laserterapia, Mesoterapia, Terapia infiltrativa, Artroscopia per lavaggio articolare o exeresi calcifica.
La capsulite adesiva è una condizione dolorosa e invalidante che affligge l’articolazione della spalla.
Cos’è
La capsulite adesiva è una condizione dolorosa e invalidante che affligge l’articolazione della spalla. Interessa la capsula che circonda l’articolazione tra omero e scapola. Colpisce soprattutto i soggetti tra 40 e 60 anni e particolarmente le donne. I pazienti che ne soffrono lamentano rigidità articolare, dolore e limitazione nei movimenti. Le cause non sono ancora state completamente chiarite e spesso la patologia insorge senza alcuna causa apparente. Talvolta la patologia si sviluppa in seguito ad una lesione di natura traumatica a carico della spalla (lussazione, frattura, contusione, ecc.), anche se si tratta di una circostanza poco diffusa. Il dolore è solitamente acuto e piuttosto intenso, talvolta associato a gonfiore e localizzato soprattutto nella parte superiore esterna della spalla. Tipico è il dolore notturno, che si intensifica durante il riposo, soprattutto se ci si addormenta appoggiandosi sul fianco e sulla spalla dolente.
Trattamenti indicati
Rieducazione funzionale, Ultrasuoni, TENS, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Terapia infiltrativa.
E’ la più frequente delle lussazioni; consiste nella perdita completa dei normali rapporti articolari tra testa dell’omero e cavità glenoide della scapola (lussazione scapolo-omerale).
Cos’è
E’ la più frequente delle lussazioni; consiste nella perdita completa dei normali rapporti articolari tra testa dell’omero e cavità glenoide della scapola (lussazione scapolo-omerale). La lussazione può essere anteriore (sotto-coracoidea, sotto-gleoidea, intracoracoidea, sottocalvicolare, sopracoracoidea) o posteriore (sotto-acromiale, sotto-spinosa). La lussazione può essere: acuta, di natura traumatica; recidivante, come complicanza di una lussazione non sufficientemente immobilizzata; abituale, per una lesione congenita o secondaria della cavità glenoidea, con lussazioni frequenti e per normali movimenti della spalla, con riduzione immediata da parte del paziente; inveterata, in cui, a causa di un mancato trattamento, la testa omerale non riesce più a rientrare nella cavità glenoidea ormai occupata di tessuto fibroso.
Trattamenti indicati
Gesso, Tutore, Rieducazione funzionale, Ginnastica Medica, Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Elettrostimolazione, Crioterapia, Terapia infiltrativa.
L’artrosi è una patologia della cartilagine articolare che nel tempo tende ad aggravarsi.
Cos’è
L’artrosi è una patologia della cartilagine articolare che nel tempo tende ad aggravarsi. L’artrosi è un evento naturale legato all’usura a cui tutte le articolazioni vanno incontro nel tempo. Nell’artrosi la cartilagine si riduce di spessore e genera depressioni e solchi. Con l’aggravarsi della patologia possono formarsi lesioni anche all’interno dell’osso al di sotto della cartilagine e ai margini dell’articolazione che contribuiscono a limitare la mobilità della spalla. Inoltre, la membrana sinoviale che avvolge l’articolazione può infiammarsi (sinovite) e aumentare la produzione del liquido sinoviale, con conseguente gonfiore articolare. Inizialmente i sintomi sono costituiti da dolore di lieve entità che si manifesta soltanto durante i movimenti della spalla, e non a riposo. Nel tempo, il dolore diviene pressoché costante per processi infiammatori cronici e ad esso si associano gonfiore, “rumori articolari”, ridotta mobilità della spalla e atrofia muscolare. Il solo esame radiografico può essere sufficiente a dimostrare la riduzione dello spazio articolare, la presenza di geodi e osteofiti e a stabilire la gravità dell’artrosi.
Trattamenti indicati
Ultrasuoni, TENS, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Terapia infiltrativa.
Le lesioni della spalla che richiedono il posizionamento di una protesi sono meno comuni dei processi distruttivi e dolorosi che si manifestano in articolazioni sotto carico, come il ginocchio e l’anca.
Cos’è
Le lesioni della spalla che richiedono il posizionamento di una protesi sono meno comuni dei processi distruttivi e dolorosi che si manifestano in articolazioni sotto carico, come il ginocchio e l’anca. La maggior parte delle sindromi dolorose della spalla sono causate da lesioni dei tessuti molli che spesso richiedono un’acromioplastica, la resezione del legamento coraco-acromiale, la tenotomia e/o tenodesi del capo lungo del bicipite, l’asportazione di depositi di pirofosfato di calcio, la ricostruzione della cuffia dei rotatori e la reinserzione del cercine glenoideo nelle lussazioni. Invece le principali indicazioni all’intervento di protesi di spalla sono: artrosi primaria, artrosi post-traumatica, fratture della testa omerale o della glenoide scapolare, necrosi avascolare, artrite reumatoide, artropatia da lesione della cuffia dei rotatori, neoplasie. Le principali controindicazioni all’intervento di protesi di spalla sono: infezioni in fase attiva, paralisi o grave danno sia della cuffia dei rotatori che del muscolo deltoide, spalla neurologica (es. siringomielia).
Trattamenti indicati
Fondamentale per una ripresa della funzionalità della spalla protesizzata è la fisioterapia: Rieducazione Funzionale, Rieducazione Propriocettiva, Ginnastica Medica; eventuale utilizzo di elettroterapia (TENS, Elettrostimolazione).
La borsite consiste in una infiammazione, di origine sconosciuta, della borsa sierosa di un’articolazione.
Cos’è
La borsite consiste in una infiammazione, di origine sconosciuta, della borsa sierosa di un’articolazione. Le localizzazioni più frequenti sono la spalla, il gomito, l’anca e il ginocchio. Si manifesta con gonfiore, dolore, arrossamento e riduzione della motilità.
Trattamenti indicati
Riposo, Farmaci analgesici, Fisioterapia: Tecarterapia, Ultrasuoni, Ionoforesi, Crioterapia, Laserterapia, Terapia infiltrativa.
L’epicondilite (o gomito del tennista) è una malattia dovuta all’infiammazione dei tendini dei muscoli dell’avambraccio al loro punto di inserzione sull’ epicondilo (estremo distale dell’omero).
Cos’è
L’epicondilite (o gomito del tennista) è una malattia dovuta all’infiammazione dei tendini dei muscoli dell’avambraccio al loro punto di inserzione sull’epicondilo (estremo distale dell’omero). È provocata da una sollecitazione eccessiva di questa inserzione e da microtraumi ripetuti. Sembrano avere un ruolo anche l’invecchiamento del tessuto tendineo, errori nella tecnica di esecuzione di alcuni movimenti ripetuti, una certa predisposizione individuale. Si manifesta con dolore al gomito, che s’irradia alla faccia posteriore dell’avambraccio e della mano. Nei casi gravi possono essere impediti movimenti anche banali, come stringere la mano o sollevare un oggetto leggero. Spesso la radiograia o l’ecografia delle parti interessate è negativa; talora si osservano microcalcificazioni.
Trattamenti indicati
Massoterapia, Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Ultrasuoni, Ionoforesi, Crioterapia, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Ozonoterapia, Onde d’urto, Terapia infiltrativa; raramente è necessario un intervento chirurgico.
La lussazione del gomito consiste nella perdita dei normali rapporti tra le ossa del gomito (omero, radio e ulna).
Cos’è
La lussazione del gomito consiste nella perdita dei normali rapporti tra le ossa del gomito (omero, radio e ulna). E’ definita anche instabilità semplice, per sottolineare che è presente una perdita della stabilità dovuta esclusivamente a lesioni capsulo-legamentose, mentre le strutture ossee rimangono integre. La lussazione di gomito è la seconda in ordine di frequenza dopo la spalla; nella maggior parte dei casi è posteriore, ossia l’ulna si sposta posteriormente rispetto all’omero. La causa della lussazione è una caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa con il gomito leggermente flesso. Il paziente presenta deformità al gomito, lamenta dolore intenso e non riesce ad eseguire nessun movimento. Le complicanze più frequenti sono: lesioni vascolari e nervose acute, molto rare ma estremamente gravi; rigidità post-traumatica, dovuta nella maggior parte dei casi ad una immobilizzazione prolungata o ad una riabilitazione non corretta; neuropatia del nervo ulnare, ossia un irritazione del nervo in corrispondenza del gomito, dovuta a formazione di tessuto cicatriziale.
Trattamenti indicati
Il trattamento in urgenza consiste nella “riduzione” della lussazione, seguito da gesso, tutore o bendaggio funzionale. A volte può essere necessario un intervento chirurgico di ricostruzione dei legamenti. L’eventuale fisioterapia comprende: Rieducazione funzionale, Tecarterapia, Crioterapia, Laserterapia.
La sindrome di De Quervain è una infiammazione dei tendini estensori del pollice, a livello della stiloide radiale.
Cos’è
La sindrome di De Quervain è una infiammazione dei tendini estensori del pollice, a livello della stiloide radiale. Il sintomo più comune è il dolore nei movimenti di estensione e abduzione del pollice, specie contro resistenza, e nella deviazione laterale ulnare del polso, che determina lo stiramento del tendine. Una rara complicanza, se la tendinite non è trattata e in caso di sollecitazioni continue, è la rottura del tendine.
Trattamenti indicati
Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Ultrasuoni, Crioterapia, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Terapia infiltrativa.
Sofferenza del nervo mediano della mano all’interno del tunnel carpale.
Cos’è
Sofferenza del nervo mediano della mano all’interno del tunnel carpale, che è un passaggio osteofibroso aperto delimitato dalle ossa carpali e dal legamento carpale, attraverso cui passano i tendini flessori della mano e il nervo mediano. La comparsa di edema o di infiltrazioni delle pareti del tunnel carpale per malattie sistemiche (artrite reumatoide, mieloma, ecc.), per ritenzione idrica (in gravidanza o in menopausa), o per microtraumi, determina sofferenza del nervo mediano con conseguente dolore e parestesie alle mani, possibile mancanza di sensibilità specialmente del dito medio, insufficienza dell’opposizione del pollice, ipotonia dell’eminenza tenar.
Trattamenti indicati
Ultrasuoni, TENS, Ionoforesi, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Ozonoterapia, Terapia infiltrativa.
Affezione della mano, che consiste nella flessione permanente e progressiva di uno o più dita.
Cos’è
Affezione della mano, che consiste nella flessione permanente e progressiva di uno o più dita. Generalmente inizia dal 4° dito e si estende al 5° e al 3°. È dovuta alla retrazione e all’indurimento dell’aponeurosi palmare superficiale, cioè della lamina di tessuto fibroso che occupa il palmo della mano al disotto della cute. La malattia è più frequente in soggetti di sesso maschile, in età compresa fra i 40 e i 60 anni. La causa non è certa: sembra possano intervenire microtraumi ripetuti legati allo svolgimento di certe professioni (falegnami, rematori, contadini, fabbri, ecc.). È caratterizzata dalla comparsa progressiva, nell’arco di molti anni, di noduli sottocutanei e di cordoni duri e rilevati nel palmo della mano, associati alla graduale flessione delle dita. Di solito non è presente dolore.
Trattamenti indicati
Tecarterapia, Ultrasuoni, Ionoforesi, Laserterapia, Mesoterapia, Agopuntura, Onde d’urto, Trattamento chirurgico.
La tenosinovite stenosante, comunemente nota come “dito a scatto”, interessa le pulegge e i tendini della mano che servono per flettere le dita.
Cos’è
La tenosinovite stenosante, comunemente nota come “dito a scatto”, interessa le pulegge e i tendini della mano che servono per flettere le dita. Il dito a scatto si presenta quando un tendine sviluppa una zona di rigonfiamento della sua guaina. In questa situazione il tendine viene schiacciato ogni volta che deve attraversare la puleggia vicina al rigonfiamento; ciò provoca dolore accompagnato da una sensazione di scatto nel dito corrispondente. Quando il tendine scatta produce ulteriore infiammazione e gonfiore. Si crea così un circolo vizioso che sostiene l’infiammazione, il gonfiore e lo scatto del dito. Talvolta il dito si blocca in flessione e diventa difficile e molto doloroso raddrizzarlo. Le cause di questa condizione non sempre sono chiare. Malattie come l’artrite reumatoide, la gotta e il diabete possono essere associate al dito a scatto.
Trattamenti indicati
Fisioterapia: Ultrasuoni, Laserterapia, Mesoterapia, Ozonoterapia, Onde d’urto, Terapia infiltrativa; Terapia farmacologica; Trattamento chirurgico.
La tenosinovite stenosante, comunemente nota come “dito a scatto”, interessa le pulegge e i tendini della mano che servono per flettere le dita.
Cos’è
La tenosinovite stenosante, comunemente nota come “dito a scatto”, interessa le pulegge e i tendini della mano che servono per flettere le dita. Il dito a scatto si presenta quando un tendine sviluppa una zona di rigonfiamento della sua guaina. In questa situazione il tendine viene schiacciato ogni volta che deve attraversare la puleggia vicina al rigonfiamento; ciò provoca dolore accompagnato da una sensazione di scatto nel dito corrispondente. Quando il tendine scatta produce ulteriore infiammazione e gonfiore. Si crea così un circolo vizioso che sostiene l’infiammazione, il gonfiore e lo scatto del dito. Talvolta il dito si blocca in flessione e diventa difficile e molto doloroso raddrizzarlo. Le cause di questa condizione non sempre sono chiare. Malattie come l’artrite reumatoide, la gotta e il diabete possono essere associate al dito a scatto.
Trattamenti indicati
Fisioterapia: Ultrasuoni, Laserterapia, Mesoterapia, Ozonoterapia, Onde d’urto, Terapia infiltrativa; Terapia farmacologica; Trattamento chirurgico.
Le cisti (o gangli) sono tumefazioni molto comuni, di natura benigna, che a volte crescono nella mano e nel polso.
Cos’è
Le cisti (o gangli) sono tumefazioni molto comuni, di natura benigna, che a volte crescono nella mano e nel polso. Le cisti si trovano generalmente sul dorso del polso, ma si possono anche trovare sul lato palmare del polso, sulla articolazione terminale di un dito e alla base di un dito. Le cisti di solito derivano dalle articolazioni adiacenti o dalle guaine tendinee, senza che vi sia una causa specifica. Queste cisti possono essere dolorose specialmente appena compaiono e con l’uso ripetuto ed esagerato della mano e del polso. La diagnosi delle cisti gangliari è essenzialmente basata sull’esame clinico. Si può eventualmente effettuare una radiografia per valutare lo stato delle articolazioni vicine ed in casi selezionati una ecografia per valutare i rapporti con le strutture vicine. Spesso le cisti scompaiono spontaneamente.
Trattamenti indicati
Ultrasuoni, Ionoforesi, Crioterapia, Laserterapia, Trattamento chirurgico.
Sindrome da ostacolato deflusso linfatico in un arto
Cos’è
Sindrome da ostacolato deflusso linfatico in un arto: può essere primitivo, ereditario o familiare, provocato da infiammazione o da ostruzione (da tumore, fibrosi post-radioterapia, ecc.). E’ una delle complicanze più frequenti dopo mastectomia (l’intervento di asportazione di un tumore del seno) e linfoadenectomia (asportazione dei linfonodi del cavo ascellare).
Trattamenti indicati
Trattamenti indicati: Linfodrenaggio, Bendaggio funzionale, Tecarterapia.
Raccolta di sangue a livello sottocutaneo, muscolare, articolare (emartro), con eventuale formazione di un coagulo e di tessuto fibroso o calcifico.
Cos’è
Raccolta di sangue a livello sottocutaneo, muscolare, articolare (emartro), con eventuale formazione di un coagulo e di tessuto fibroso o calcifico. Di solito gli ematomi sono conseguenti a un trauma, ma in alcune malattie del sangue, con alterazione dei fattori della coagulazione (per esempio l’emofilia), ci possono essere degli ematomi spontanei.
Trattamenti indicati
Linfodrenaggio, Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Ultrasuoni. Nei casi più gravi può esserci l’indicazione allo svuotamento chirurgico.
Le fratture possono interessare qualsiasi segmento osseo dell’arto superiore
COS’È
Le fratture possono interessare qualsiasi segmento osseo dell’arto superiore: clavicola, scapola, omero (testa, collo e diafisi omerale), gomito (fratture sovracondiloidee omerali, del capitello radiale, dell’olecrano), radio, ulna, polso (frattura di Colles, di Goyrand, dell’epifisi distale del radio), mano (scafoide, metacarpi, falangi).
TRATTAMENTI INDICATI
Eventuale intervento chirurgico, di riduzione o di osteosintesi con placche e viti; Gesso; Tutori; Trattamento riabilitativo: Rieducazione funzionale, Ginnastica Medica, Bendaggio funzionale, Tecarterapia, Elettrostimolazione, Magnetoterapia, Onde d’urto (pseudoartrosi).